Team Building

Nessuna scuola di design è come Raffles Milano:

l’aula delle matricole è un vero campo da rugby di serie A.

Conoscersi, rompere il ghiaccio, chiamarsi per nome da subito, perché nella condivisione di tre anni di vita è importante non sprecare nemmeno un’ora.

Per questa ragione le nostre matricole il primo giorno lo trascorrono non nelle aule vetrate di via Casati con un docente, ma su un campo da rugby con dei tecnici federali.

Abbiamo avviato fin dal primo anno accademico una collaborazione con ASR Rugby Milano, società milanese che milita in tutti i campionati di rugby (dalla Serie A al minirugby dei “microbi” di soli tre anni d’età, dalla squadra femminile agli Old, gli irriducibili sessantenni dell’ASR che corrono come e meglio dei ventenni…).

È stato messo a punto un programma  di team building che consente alla nostre matricole di prendere confidenza, muoversi insieme e comprendere il significato di “lavorare” in squadra, di chiedere e ottenere “sostegno” da un compagno, di perseguire un obiettivo e realizzarlo portando l’intera squadra in meta.

Non preoccupatevi: non c’è nulla di cruento, nessuno si fa mai male, e questo modello formativo viene ampiamente utilizzato anche nella formazione del personale delle aziende per creare coesione e spirito di collaborazione tra i reparti.

Una mattina dedicata all’apprendimento dei significati, dei ruoli, dell’essere una squadra. La metafora del rugby come sport inclusivo, dove tutti hanno un ruolo specifico e possono esprimere intelligenza, astuzia, forza o leggerezza.  Basta lavorare insieme per l’obiettivo comune.

Una breve pausa e poi anche una partita al pomeriggio, perché altrimenti non ci si diverte. Ragazzi e ragazze, dai robusti ai più fragili, scoprono la bellezza della condivisione e della conoscenza, dell’indossare la maglia a strisce bianche e rosse di un club leggendario che significa il rugby a Milano da più di 70 anni. La cornice è magnifica: il campo in sintetico della società, all’Idroscalo, è circondato da alberi e prati, con il riflesso del “mare” rettangolare dei  Milanesi e gli scafi dei canottieri in allenamento silenzioso sull’acqua, fa vivere per un giorno l’impressione di essere in un’atmosfera di altri tempi. Un vero campus.

Il giorno dopo, però, si comincia a fare sul serio: tutti in aula puntuali, e in Raffles per chi arriva in ritardo sono già dolori, certamente peggiori di quelli conseguenti a un placcaggio durissimo.